Quando un paziente avverte un dolore persistente nella parte anteriore della pianta del piede, è probabile che possa soffrire di una condizione definita metatarsalgia.
La metatarsalgia si manifesta con un dolore nella zona della testa metatarsale, ovvero dalla metà del piede verso le dita. Il disagio può variare da lieve a intenso e può essere provocato da diverse cause, come sovraccarico, deformità del piede o calzature inadeguate.
L’area delle teste metatarsali è soggetta a pressione e stress durante la deambulazione, soprattutto nelle attività che coinvolgono spinte o salti. Il disagio può essere descritto come bruciante, pulsante o dolorante.
Oltre al dolore localizzato sotto la pianta del piede, la metatarsalgia può provocare anche difficoltà nella deambulazione. Il sovraccarico che si evidenzia in questa zona può inoltre dare vita anche a calli e borsiti del piede.
Vediamo quali sono le cause della metatarsalgia e come affrontare questa patologia.
Metatarsalgia cause
La metatarsalgia può essere divisa in due tipologie: biomeccanica o non biomeccanica.
La metatarsalgia biomeccanica è in genere provocata da una distribuzione non adeguata del carico sulla parte anteriore della pianta del piede, che provoca l’infiammazione dei metatarsi. Questa condizione può a sua volta essere generata da diversi fattori, tra cui:
- Trovarsi in una condizione di sovrappeso;
- Indossare per un lungo periodo calzature scomode o inadeguate (come ad esempio le scarpe con il tacco);
- Predisposizione congenita.
La metatarsalgia biomeccanica può essere inoltre conseguenza dell’alluce valgo, una patologia del piede caratterizzata dalla deviazione della base dell’alluce verso l’esterno.
A tal proposito, in pazienti che soffrono di alluce valgo e che si sottopongono all’operazione chirurgica per correggere il difetto del piede, potrebbe determinarsi una metatarsalgia detta “iatrogena”. Questa si genera in quei casi in cui l’intervento provoca un accorciamento eccessivo del primo metatarso, andando a interferire con la capacità della pianta del piede di sopportare correttamente il carico.
La metatarsalgia non biomeccanica (anche chiamata “neurogena”) è invece conseguente a malattie sistemiche, come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico o ancora il neuroma di Morton.
Metatarsalgia diagnosi
La diagnosi di metatarsalgia viene effettuata da un ortopedico in sede di visita specialistica. Per diagnosticare la metatarsalgia è in genere sufficiente l’esame obiettivo, in cui il medico si baserà sull’analisi dei sintomi del paziente e delle sue abitudini che potrebbero aver portato allo sviluppo di questa patologia (ad esempio l’utilizzo di calzature inadeguate).
Per distinguere una metatarsalgia biomeccanica da una non biomeccanica ed escludere diagnosi differenziali, l’ortopedico potrebbe richiedere l’esecuzione di esami specifici, come ad esempio la radiografia, al fine di verificare l’eventuale presenza di deformità del piede.
Tra gli altri esami che possono essere richiest vi è la podoscopia a transilluminazione, che consente di visualizzare quali zone del piede sono sottoposte a sovraccarico.
Metatarsalgia che non passa
La metatarsalgia può diventare una fonte persistente di fastidio per alcuni individui. In casi in cui la condizione sembra non migliorare nonostante misure conservative, è fondamentale consultare un professionista della salute.
L’identificazione della causa specifica del dolore è essenziale per pianificare un trattamento mirato.
In una fase iniziale della patologia o quando non si evidenzia alcuna deformità del piede, si può intervenire attraverso trattamenti conservativi. Uno dei più scelti è l’utilizzo di plantari che permettono di ridurre il carico sulla parte anteriore del piede, evitando anche la formazione di calli e borsiti.
Quando la metatarsalgia non passa nonostante l’applicazione dei giusti trattamenti conservativi, è possibile che sia presente una deformità del piede che andrà analizzata con un ortopedico esperto, il quale potrà poi decidere se vi è l’indicazione per svolgere un intervento chirurgico di correzione.
È bene ricordare che la metatarsalgia è una patologia che non va trascurata: se non si interviene adeguatamente su di essa, potrebbe portare non solo a un peggioramento del dolore del piede, ma anche all’insorgenza di problematiche più gravi, ad esempio problemi alla schiena o all’anca.
Trattamento e gestione della Metatarsalgia
La gestione della metatarsalgia inizia con misure conservative.
Qualora l’esame obiettivo eseguito durante la visita specialistica evidenzi la tendenza del paziente a mettere in atto abitudini scorrette, sarà fondamentale correggerle.
Ad esempio, cambiare le calzature optando per modelli più confortevoli e con un supporto adeguato può ridurre la pressione sulla parte anteriore del piede. L’uso di plantari ortopedici può anche contribuire a distribuire uniformemente il peso, evitando di porre eccessivo stress sui metatarsi.
Anche il riposo è un elemento chiave nella gestione della metatarsalgia. Ridurre o evitare temporaneamente le attività che aggravano il dolore può permettere al piede di guarire.
L’applicazione di ghiaccio, infine, può essere utile per ridurre l’infiammazione e alleviare il disagio dovuto al dolore.
Fisioterapia per la metatarsalgia
Tra i trattamenti conservativi della metatarsalgia può rientrare anche l’elaborazione di un piano fisioterapico personalizzato per il paziente.
Il fisioterapista potrà utilizzare una combinazione di terapie manuali, strumentali ed esercizi di rieducazione per ridurre il carico esercitato sulla pianta del piede e sui metatarsi. Al contempo, l’utilizzo di tutte queste tecniche può rappresentare un ottimo strumento di prevenzione della metatarsalgia, soprattutto grazie all’azione di rieducazione svolta dagli esercizi proposti dal fisioterapista.
Tra le tipologie di esercizi più utili a ridurre i sintomi della metatarsalgia e a prevenirne l’insorgenza, troviamo:
- Esercizi di propriocezione e rieducazione al passo, finalizzati ad aiutare il paziente a percepire consapevolmente il modo in cui cammina e ridurre così il carico imposto sull’avampiede;
- Esercizi di rinforzo dell’arto inferiore;
- Rieducazione posturale globale, utile soprattutto quando il carico eccessivo sui metatarsi è provocato da una postura scorretta nelle attività quotidiane del paziente.
Quando consultare un professionista
Se la metatarsalgia persiste nonostante le misure conservative o se il dolore diventa a volte invalidante, è consigliabile consultare un ortopedico o un fisioterapista. Questi professionisti possono eseguire una valutazione completa per identificare la causa sottostante del problema e consigliare un piano di trattamento appropriato e personalizzato.
In conclusione, la metatarsalgia può essere gestita efficacemente attraverso l’adozione di misure conservative e il cambiamento di abitudini che possono contribuire al dolore sotto le dita del piede.
Una consulenza con un ortopedico specializzato nel trattamento delle patologie del piede è essenziale è essenziale per garantire una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento mirato, contribuendo al recupero e al ritorno a un comfort ottimale nella vita quotidiana.
Dove trattare la metatarsalgia a Roma
Presso il centro ortopedico e fisioterapico d’eccellenza SanaMedical puoi prenotare una visita con i migliori ortopedici di Roma. Per il trattamento della metatarsalgia puoi rivolgerti al Dott. Attilio Basile, chirurgo ortopedico specializzato nelle patologie di piede e caviglia.
Qualora la visita ortopedica riscontrasse che non vi è necessità di ricorrere a un intervento chirurgico, presso il nostro centro potrai definire insieme ai nostri fisioterapisti un protocollo riabilitativo completamente personalizzato per recuperare la piena funzionalità dell’articolazione e guarire definitivamente dalla metatarsalgia.
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